Premessa dell’autore: quello che segue, più che un articolo, è un post. Qualora non abbiate la voglia di leggere delle mie vicende personali e volete passare direttamente alla news, potete saltare tranquillamente i primi cinque paragrafi.Recentemente mi sono lanciato in un’impresa a dir poco ardua alla quale, confesso, non mi sento ancora del tutto pronto: comprare un televisore nuovo. Sarà che faccio ancora parte di quella fascia d’età (che un mio professore all’università collocava tra i 15 e i 35, mi pare) in cui la TV si usa poco e niente perché in realtà non c’è mai tempo (anche alla luce del drammatico panorama segnato dalla povertà dell’offerta di programmi degni di cotanto nome); sarà che magari il tempo c’è ma internet e smartphone hanno monopolizzato ogni brandello di tempo libero dedicato all’informazione o all’intrattenimento “mediato”, sarà che il vecchio tubo catodico da 14 pollici di terza mano che da due anni occupa uno degli angoli più polverosi della mia stanza non si è mostrato all’altezza nemmeno delle 5 partite all’anno che faccio con la Wii, e in tempo di elezioni qualche dibattito bisognerà pure vederlo, se non altro per criticare con cognizione di causa.Fatto sta che, una volta varcata la soglia del megastore, quella che mi sono trovato davanti è una scena memorabile: pareti su pareti di schermi piatti e ultrapiatti, LCD, Led, 3D, Full HD, ready e non, per dimensioni che spaziano dal mio telefono alla parete della mia stanza in affitto. Le variabili da considerare sono diventate moltissime: tecnologia dello schermo, risoluzione schermo, contrasto, frequenza di aggiornamento dell’immagine, lettori multimediali interni, ricezione segnale, dimensione su parete, peso, costo, connettività Wi-Fi e, naturalmente, prezzo. Tutto questo a voler essere, probabilmente, imprecisi e superficiali, come (a scanso di future querele) ammetto di essere.La mia memoria è subito corsa a qualche anno fa, in un negozio di Roma, durante il periodo natalizio. Quel giorno il negozio di elettrodomestici era pieno di gente. Coppie non più giovanissime si aggiravano tra gli scaffali del negozio ascoltando commessi molto più giovani di loro impegnati a decantare le lodi di questo o quel modello di Decoder, pubblicizzando questa o quell’offerta free o premium, così da arrivare preparati a un evento che aveva dell’epocale e del drammatico: lo Switch-off a Roma, l’abbandono del segnale televisivo analogico a favore del digitale terreste, “trasformando” per sempre (dicevano) il mondo dela televisione e dell’intrattenimento domestico.Questa scena mi fece realizzare, principalmente, tre cose: la prima è che non di solo internet vive l’uomo e questa cosa, nel mondo fatato della ricerca e dei social network, a volte si dimentica; la seconda è che l’importanza della televisione, a volte, è un po’ sottovalutata. Negli occhi preoccupati dei clienti di cui parlavo prima leggevo urgenza e preoccupazione reale. La terza mi fece riflettere sui costi umani che comporta l’imposizione dell’innovazione per coloro che, per diversi motivi, sono un po’ meno preparati. Credo si tratti di un problema reale, su cui sono tornato recentemente mentre, in fila per prelevare al bancomat, ho assistito ai tentativi falliti di una anziana signora di ritirare la pensione.Probabilmente consci di questo scenario complesso dai delicati risvolti sociali e favorire così una scelta più consapevole dei consumatori nell’acquisto di televisori e decoder l’AGCOM ha realizzato un apposito portale per la classificazione e il confronto dei diversi modelli di Tv e decoder disponibili sul mercato, permettendo di selezionare i parametri di proprio interesse e confrontare così modelli e caratteristiche.L’Agcom ha individuato sei differenti classi di appartenenza, in base alle qualità delle caratteristiche tecniche dei decodificatori (dalla classe 1, comprensiva dei decoder più completi e tecnologicamente avanzati, alla classe 6, quelli con caratteristiche minime ed essenziali).Il portale si avvale della collaborazione degli stessi produttori e rivenditori, che (come previsto dalla delibera 255/11/CONS ) possono effettuare la procedura di autoclassificazione per arricchire l’elenco dei prodotti disponibili. I costruttori, gli operatori e le catene di distribuzione commerciale hanno inoltre la facoltà di utilizzare il logo dell’Autorità, recante l’indicazione del numero della classe di riferimento dello specifico apparecchio e apporlo sugli involucri, sugli apparecchi e sugli scaffali esposti al pubblico.L’elenco dei device disponibili sul portale è in continuo aggiornamento. Non resta che augurarci che, oltre al semplice confronto di modelli, il portale si arricchisca di funzionalità che aprano presto a un confronto costruttivo tra gli utenti stessi, utile anche al fine di assistenza e risoluzione problemi, che potrebbe aiutare a costruire un dialogo costruttivo tra consumatori e produttori aprendo inoltre la via al mondo della rete e delle reti sociali.P.S: per concludere, sappiate che alla fine la TV l’ho comprata anche io: uno splendido LED da 32 pollici che presto inchioderò alla parete. Il mio hard disk si collega con facilità, il Wi-fi mi permette di collegarmi alla rete domestica, il lettore multimediale funziona molto bene e posso collegare contemporaneamente la mia console e due PC.In realtà non riesco a ricevere più di cinque canali televisivi, ma pare che sia colpa della presa TV della mia camera che, dopo tanti anni di inattività, pare essersi rovinata.
↧